Come saranno i ragazzi che incontreremo nei nostri oratori quest’estate? Saranno i ragazzi di sempre o i cambiamenti delle abitudini di vita avrà cambiato il loro modo di approcciare le esperienze collettive e finalizzate all’inclusione?

Come declineranno il loro bisogno di libertà dopo tanti mesi limitati nei loro spostamenti e nelle loro condivisioni sociali?

Nell’ultimo anno bambini e adolescenti hanno vissuto un contesto sociale in cui gli hanno chiesto di seguire dei protocolli che cambiavano continuamente; inoltre gli hanno chiesto di farlo senza nessuna possibilità di esprimere la loro opinione.

Si può facilmente intuire che conseguenze porti con sé alla lunga la logica del “protocollo” nell'esercizio del pensiero critico. 

Il lockdown ha deprivato i nostri ragazzi da tutta una serie di esperienze di confronto tra pari e con adulti significativi; insegnanti, allenatori, animatori hanno un ruolo fondamentale nella crescita, aiutando l'esercizio dell'intelligenza e la definizione dell'identità. Solo l’esercizio dell’intelligenza, le esperienze di gioco, le riflessioni tra pari, un ambiente educativo significativo possono proteggere la vita stessa. I nostri ragazzi in quest’ultimo anno hanno potuto allenare solo “digitalmente” le loro intelligenze, perdendo la sicurezza in se stessi. Non hanno potuto confrontarsi con la difficoltà di un treno in ritardo, di un libro lasciato a casa, di un incrocio da attraversare rispettando il codice della strada.

Differenza fra digitale e reale

La differenza quindi tra la vita reale e le esperienze digitali la fa l’esercizio dell’intelligenza umana; l'intelligenza umana infatti, diversamente da quella delle macchine, avviene dentro a persone vere, con delle emozioni, con dei pensieri e con delle necessità spirituali. Come hanno curato questi bisogni nei nostri ragazzi nell’ultimo anno?

Solo dal confronto con altre persone, ci si può riconoscere, trasformando sensazioni ed emozioni in pensieri che permettono di esprimersi e di sentirsi liberi.

Ecco che come animatori ed educatori dobbiamo avere a cuore questi bambini e ragazzi e le loro fatiche, prendendosi cura di loro così che possano confrontarsi con l’immagine che la prossimità educativa ed umana gli rimanderà di se stessi.

L'importanza dell'ascolto

Forse il punto da cui ripartire è proprio l’ascolto della diffusa e sofferta domanda di sicurezza, in un tempo che non sa più dare certezze alle nuove generazioni impedendogli di costruire la loro identità e il loro sistema valoriale.

Chi ha perso l’abitudine di leggere libri di narrativa, chi non sa trovare spazi e tempi per riflettere da solo o con altri, chi non si lascia appassionare da film belli e interessanti, chi ha perso l’abitudine di allenarsi alla vita vera va ascoltato. E va ascoltato tanto più se è triste e arrabbiato, perché non riesce a comprendere pienamente le ragioni della sua condizione.

Qualsiasi sofferenza che cerca risposta nell’incontro con l’altro è una domanda di legame sociale ed è questa la ragione che molto probabilmente motiverà inconsapevolmente molti dei nostri ragazzi a venire al Grest Estivo. Quindi forse quest’anno non è l’anno più adatto in cui proporre molte attività per stimolarli, ma vanno forse privilegiati i momenti di confronto e di ascolto, dove farli sentire protetti e riconosciuti nelle proprie necessità e bisogni.

Forse questo è l’anno in cui abbandonare rigide scalette quotidiane per riscoprire la bellezza del tempo che passa veloce; perché e quando si sta insieme il tempo sembra non bastare mai.